Di recente Instagram ha variato le proprie condizioni di utilizzo specificando che tutte le foto caricate tramite la sua piattaforma potranno essere rivendute a terzi insieme con la visualizzazione dei vostri dati personali. Per i maniaci della privacy questo è stato sicuramente un colpo duro da digerire e in molti hanno deciso di abbandonare il supporto dell’applicazione. A fare, poi, da ulteriore deterrente all’utilizzo di Instagram è Twitter, che ha aggiunto dei filtri fotografici al proprio upload di immagini, così da sopperire anche alla reale funzione primaria di Instagram.
Una recente stastica, sviluppata da App Data, ha dimostrato che il forte calo ammonterebbe a 4 milioni di utenti attivi in meno, ovvero quasi il 25% degli utilizzatori. Uno smacco morale importante che dal 25 dicembre 2012 sta aumentando sempre di più, creando una curva di disservizio di grande spessore. Inoltre molti account importanti a livello globale, come quello di National Geographic, hanno bloccato la condivisione di immagini. I clienti, poi, hanno minacciato di continuare ad abbandonare il servizio e le promesse del CEO, che affermava che non avrebbe venduto le fotografie, non sono servite a nulla. D’altronde un contratto scritto vale più di una promessa a parole. Una mossa sbagliata che ora sta costando cara.
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